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Cos'é GaetaNao


GaetaNao è  un progetto sviluppato in  collaborazione con il Museo Cavoti di Galatina con l'obiettivo di rivalutare la figura dell'artista galatinese Gaetano Martinez, resosi necessario in virtù dei risultati di un questionario a cui sono stati sottoposti i nostri coetanei. 

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Abbiamo pensato che, sfruttando la curiosità che il robot umanoide Nao di solito suscita , avremmo potuto ottenenere un aumento del numero dei visitatori del Museo Cavoti e in particolare delle opere di Martinez.

In dettaglio pensiamo che l'interazione tra Nao e i visitatori possa attrarre l'attenzione sulle opere più importanti e possa rendere la visita al museo originale, entusiasmante e per questo indimenticabile.

Per questo motivo abbiamo pensato di programmare  Nao in modo da renderlo il "cicerone" del museo.

Il visitatore, attraverso una pulsantiera collegata via Wi-fi con il robot, puo' scegliere quale opera farsi illustrare. Nao lo accompagnera' vicino all'opera e il visitatore potra' interagire con esso chiedendo ulteriori informazioni sulla stessa, in base al sensore che attivera'.  

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Il nostro progetto diventa pertanto un filo che unisce il passato con il futuro, legando l'interesse per l'arte al futuro della robotica, dove i robot supportano e affiancano le opere rendendole più comprensibili e accessibili a tutti e a tutte le età. 

Purtroppo, a causa dell'emergenza Coronavirus, non e' stato possibile portare a termine il progetto.   

Chi é Gaetano Martinez
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                  Gaetano Martinez nasce a Galatina il 14 novembre 1892. Frequenta solo per pochi anni la Scuola di    Arti e Mestieri, perché poco interessato alle lezioni tecniche. Ben presto comincia a lavorare con il padre che gestiva una piccola impresa edile, come scalpellino della pietra leccese realizzando fregi, capitelli, stemmi e mensole per ville e palazzi galatinesi. A causa della mancanza di stimoli nella sua città, e spinto dall'ansia di apprendere, a soli 19 anni (1911) si reca a Roma in occasione dell'Esposizione Internazionale col proposito di farsi strada. Il sogno, però, di poter lavorare a Roma, all'inizio svanisce di colpo.

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                 Respinto dalle Scuole d'Arte e dalle botteghe romane perché non aveva conseguito la licenza elementare, dopo appena due anni, è costretto a tornare a Galatina.

Nel 1922, a causa dell'incomprensione dei galatinesi, si trasferisce a Roma, e questa volta il suo trasferimento è definitivo. Il periodo degli anni venti insieme a quello della svolta artistica successiva degli anni trenta costituisce il momento più ricco dello sviluppo delle sue tendenze artistiche e quello più pieno dell'affermazione della sua raggiunta maturità.

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              Nel 1922 partecipa alla Mostra del Ritratto e nel 1924 alla Prima Mostra dell'Arte Pugliese esponendo il "Caino" (1922) e nel 1925 alla III Biennale di Roma con il "Vinto" (1925).

Nel 1928 partecipa alla Biennale di Venezia con la statua in gesso "Lampada senza luce" che fu premiata. Successivamente la stessa venne fusa in bronzo e collocata in Piazza Alighieri come fontana monumentale.

Negli anni successivi alla caduta del fascismo, la sua produzione sarà dominata dagli altorilievi, scene di vita popolate da pagliacci, ballerine, bambini.

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             Il 1 ottobre del 1951, Gaetano Martinez muore a Roma interrompendo bruscamente il suo impegno nel preparare le opere da esporre alla IV Quadriennale e lasciando incompleta la sua ultima fatica "L'offerta ad Esculapio".

La sua personalità, schiva ed estranea ai compromessi e alle frequentazioni di prestigio, probabilmente non gli ha portato la fortuna che avrebbe meritato e il suo percorso artistico, in continua evoluzione, non gli ha consentito quella fama che a volte nel mondo artistico si concede anche per meriti inferiori.

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               La collezione delle opere raccolte nel museo galatinese, dimostra appunto l'evoluzione di una personalità insoddisfatta dell'ambiente culturale delle sue origini e sempre attenta agli stimoli nazionali; perciò gli apparenti cambiamenti di stile sono in realtà continue ricerche di nuove maniere espressive.

Le opere presenti nel Museo P. Cavoti sono 34 e sono state donate direttamente dallo scultore tra il 1930 e il 1937.

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Noi e Martinez
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